- RADIOGRAFIA DEL BACINO
- FASE RETROGRADA dell’uretrocistografia
- RIEMPIMENTO VESCICALE CON MEZZO DI CONTRASTO
- VALUTAZIONE DELLA CONTINENZA nell’uretrocistografia
- FASE MINZIONALE dell’uretrocistografia
RADIOGRAFIA DEL BACINO: si esegue con il paziente disteso sul lettino radiologico [foto A]
FASE RETROGRADA dell’uretrocistografia: Il paziente viene disteso sul lettino radiologico con un guanciale sotto il lato sinistro del bacino, in modo da ottenere una leggera rotazione del bacino verso destra. La gamba sinistra viene distesa lungo il lettino, mentre la gamba destra sarà piegata a 90° [foto B1-B2]. Il mezzo di contrasto viene introdotto nell’uretra attraverso un’agocannula inserita nel meato uretrale [ foto P]. L’operatore introduce il mezzo di contrasto molto lentamente, tramite siringoni a cono stretto collegati all’agocannula, per evitare stravasi [ foto P1]. Appena si delinea la vescica (quindi a basso riempimento) si scatta la radiografia retrograda. La radiografia retrograda deve far vedere chiaramente tutta l’uretra (a partire dal meato) e la vescica! [foto P3 ] . A volte l’esame contrastografico risulta di difficile esecuzione. Ad esempio nei casi di stenosi uretrale da lichen sclerosus, la sclerotizzazione del glande-meato-prepuzio può rendere difficile l’inserimento dell’agocannula. Allo stesso modo, nei pazienti plurioperati per ipospadia (ipospadia fallita), la presenza di fistole, diverticoli, peli in uretra e calcoli uretrali, possono ostacolare il corretto inserimento dell’agocannula.
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RIEMPIMENTO VESCICALE CON MEZZO DI CONTRASTO: L’unico modo per riempire la vescica, in questi pazienti, è di continuare l’introduzione del mezzo di contrasto tramite l’agocannula, con la massima delicatezza, per evitare stravasi.
VALUTAZIONE DELLA CONTINENZA nell’uretrocistografia – (Manovra di Valsalva): Quando il paziente sente lo stimolo ad urinare, si interrompe il riempimento con il mezzo di contrasto e si alza il lettino radiologico per mettere il paziente il posizione eretta. Si posiziona il paziente con la gamba sinistra sulla pedana e la gamba destra a 90°, con il piede appoggiato sul manico del lettino radiologico, in modo da ottenere una leggera rotazione del bacino verso destra [foto H]. Si esegue la manovra di Valsalva: si chiede al paziente di spingere come per urinare, ma senza farlo urinare. Si scatta la radiografia. Attenzione la manovra di Valsalva avrà valore diagnostico se la vescica ha un normale riempimento (non introdurre in vescica più di 200-300 cc). Nel caso di incontinenza il collo vescicale sarà più o meno aperto (controlla le foto accanto) [foto U,U1,U2 ] . Quando serve la valutazione della continenza: La valutazione della continenza deve essere effettuata ogni qual volta il paziente riferisca di avere effettuato una pregressa chirurgia prostatica o vescicale (manovre endoscopiche: resezione transuretrale della prostata, asportazione transuretrale neoformazioni vescicali, rimozione endoscopica di calcoli, oppure riallineamento endoscopico dell’uretra dopo traumi, oppure chirurgia vescicale con interessamento del collo vescicale) che possa potenzialmente avere danneggiato lo sfintere distale (uretra membranosa) o lo sfintere prossimale (collo vescicale) [foto U2].
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FASE MINZIONALE dell’uretrocistografia: Il paziente si trova già in posizione eretta sul lettino radiologico, con la gamba sinistra sulla pedana e la gamba destra a 90°, con il piede appoggiato sul manico del lettino radiologico e con una leggera rotazione del bacino verso destra [foto H].
Si scatta la radiografia minzionale appena il paziente inizia ad urinare. Si fa bloccare la minzione al paziente e si controlla che la radiografia minzionale sia di buona qualità. La radiografia minzionale deve far vedere chiaramente tutta l’uretra (a partire dal meato) e la vescica! [foto P4]. Se la fase minzionale non è ben visualizzata si fa riprendere la minzione (il paziente ha ancora mezzo di contrasto in vescica) e si fa una seconda radiografia. Se invece la radiografia è di buona qualità si dice al paziente di urinare. Si controlla poi il residuo post-minzionale.